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Livorno

Ho scritto centinaia di poesie; la prima scatenata dalla rabbia, alcune per l'indignazione verso chi non governa bene il nostro Paese, altre per sensibilizzare chi fa dell'egoismo la sua ragione di vita e se ne frega di chi muore di fame o per la guerra; parecchie parlano d'amore, d'amicizia, una perfino dedicata all'Italia e una a Roma, ma non avevo ancora scritto una poesia che parlasse della mia Livorno.
Sì, ho decantato il mare, il volo dei gabbiani e il libeccio, ma niente che descrivesse l'anima della mia città natale.





 

Non sei bellissima,

non sei grandissima,
ma tieni un grande cuore
e un mare da invidiare.
Molti, può darsi troppi,
non sanno che anche tu,
nel tuo piccolo, sei madre
di arte, musica e poesia,
e quando arrivano i turisti
non sanno dove andare,
escono dal porto,

non si fermano,
e vanno a Pisa.
Non cercano neppure
la casa natale di Mascagni,
o quella di Modigliani,
e magari non ricordano
che un grande Presidente è nato qui.
Ogni città ha le sue bellezze
e anche tu ce l'hai,
nascoste dentro vecchie mura,
nel percorso dei canali,
nelle chiese, nei musei,
nei colori dei tramonti.
A volte sento dire
che sei nata dai pirati,
che siamo provinciali,
che ci piace solo il calcio,
la torta e andare al mare...
è vero, ma basterebbe poco
per valorizzarti il volto.
Non voglio parlare di politica,
ma se facessimo di più,
forse, cara mia Livorno,
non saresti trascurata.

 

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